mercoledì 18 luglio 2012

20 grammi

Si ritorna all'inferno.
Stamattina la pesata e la BIA (biompetenziometria) con il nutrizionista. Che idiota, pensa che non so leggere la sua bilancia. FINALMENTE SONO CALATA. 1kg, pochissimo in queste 3 settimane (o 4?), ma almeno sono calata. La composizione corporea è di merda, ho una ritenzione idrica di un pesce palla ma poco me ne importa. Mi asciugherò.
Bene, dato che voglio continuare a calare ricomincio da capo, ma da capo veramente. Ho ricominciato a contare le calorie. Ieri 170, oggi ne stimo 335. Devo restare assolutamente sotto le 400 dato che il mio metabolismo è intorno alle 650. Un'ameba praticamente.
Oggi il mio nutrizionista ha sbroccato "ti rendi conto che hai scampato un ricovero in psichiatria grazie a me?Tu non vedi il bene che le persone ti vogliono!" Ah e quindi io dovrei mangiare perchè tu mi vuoi bene?
"Io non ci credo che tu non sai quello che ti porta ritornare su questa strada, tanto lo sai che vai a finire in ospedale, ci sei passata" Si, perchè ci volevo finire, ora penso di avere abbastanza esperienza per tenermi in piedi ad un peso basso.
"Vuoi ancora calare?Ma come fai?Non ti reggi in piedi, è impossibile, finirai subito in ospedale" Ma cosa cazzo stai dicendo?Non ci sono finite quelle di questo maledetto centro che peseranno 30 chili se va bene, e ci devo finire io che sono una balena?
I miei si sono stufati, mia madre dice che gli rendo la vita maledetta, che non mi possono più tenere a casa dopo aver passato due anni così, che io me ne frego dell'amore degli altri, che non posso avere una vita, che non finirò la scuola ecc ecc.. ok, sfida accettata, brutta strega.
Mio padre continua a dire "ma non mangi niente?ma come fai?io sono preoccupato!". IMPICCATI.
Poi mi gridano anche perchè esco poco e non vado in piscina. IO IN COSTUME NON MI CI METTO PIU', CAPITO?!?
Mi sono stufata del mio corpo, di avere un alimentazione che va verso quella corretta, di dover sopportare un peso che non voglio.
Io voglio essere trasparente, forte, difesa dal mio autocontrollo e dai miei nervi saldi, voglio decidere io della mia vita.


"Se si chiamava anoressia o pazzia non mi interessava, era l'unica certezza che avevo, la mia unica risorsa, ed io non avrei permesso a nessuno di portarmela via.
[..] Non mi sentivo affatto tanto mistica, ma capivo bene quello stato perenne di agitazione [..], conoscevo quella specie di euforia, di eccitazione che si prova quando non ci si alimenta per un pò, sembra simile a uno stato di ebbrezza senza spiacevoli inconvenienti da abuso di superalcolici. 
Avevo una sola forza, c'era un'unica risorsa dentro di me, la vera potenza di cui disponevo, la mia capacità di sopravvivere a me stessa."

sabato 7 luglio 2012

19 grammi

EMOZIONI A SCOPPIO.
Settimana da montagne russe ragazzi, non so come ha retto il mio cuore a sopportare tutto questo insieme di sensazioni esplosive.
Avevo già detto, mi sto impegnando un po' di più con l'alimentazione per evitare un ricovero e mi fa male. Dopo i pasti mi sento a terra e vorrei morire, sono agitata, spesso piango in silenzio. A volte sono esaltata per un nonnulla, vedo tutto positivo anche quando do da mangiare al gatto. Come se la vita si svolgesse in quella quotidianità e fosse la cosa più bella del mondo. Poi mi sento sola, incompresa.. in mezzo agli altri mi sento un pesce fuor d'acqua e vorrei una persona sola accanto a me: che sia un fratello, un amica, un ragazzo..
Poi arriva il giorno in cui ci vediamo e ci sorridiamo e facciamo l'amore, e vorrei che il tempo si fermasse..
E poi ancora le visite, che mi danno ansia, tristezza..
è un continuo andirivieni di gioia e angoscia, anche se la gioia ha un fondo di vuoto.
Spesso mi sento "felice" perchè sento che tutto gira bene intorno a me anche se sto male, anzi, che è proprio bello che io sto male e tutto funziona bene!Che sono l'essere speciale, la debole, quella di cui prendersi cura.


Ho anche cominciato a lavorare e a guidare, la mattina vado a fare da animatrice musicale a dei bambini bellissimi e scalmanati (anche se lavoro poco mi mette molto sotto pressione), poi tre o quattro ore a settimana mi esercito con le guide, esco ogni tanto con gli amici, faccio le commissioni ecc ecc..arrivo la sera proprio stanca!Tranne stasera che tra ormoni e caffeina sono in brodo di giuggiole.


Mi fa un po' paura tutto questo cambiamento, ma lo affronto sfacciata, ormai ne ho passate tante, e qui ci sono anche molte cose positive.
Comunque sia ancora non ho la motivazione a voler star veramente bene.. non so bene perchè


Che sia quel che dio voglia,
buonanotte. (sono le 2.54 del mattino)

sabato 30 giugno 2012

18 grammi

Eccomi dinuovo qua, ancora viva, "sana" e salva.
Dopo le mie peripezie con il serenase e altri suoi amichetti promettenti la riuscita del mio piano suicida, ho dormito per un giorno e mezzo interi fino a portarmi a fare una flebo in ospedale. Mi hanno consigliato il ricovero ma ho rifiutato.
Il giorno dopo ero riuscita ad alzarmi verso le 15 e così sono andata a fare un po' di shopping con mia madre.
Panico.
La mia mandibola ha cominciato a muoversi a destra quando voleva lei, rigidamente. Non riuscivo a fermarla. Più tempo passava, più movimenti strani del viso avevo e dal panico mi si è paralizzata la mano destra. Siamo corsi subito in ospedale dove ho confessato il mio abuso di farmaci. Mi hanno scampato il repartino perchè ho omesso di averlo fatto di proposito, con intento suicida. Così mi hanno messa nel reparto dove ero stata ricoverata quando avevo il sondino. Ma la situazione peggiorava. La lingua mi si muoveva all'indietro, la bocca a destra e avevo il collo piegato all'indietro. Stavo soffocando. Avevo una paura matta. è corso uno psichiatra a darmi una medicina e pian piano gli effetti collaterali sono diminuiti.
Sono restata in ospedale 3 giorni e ho continuato a prendere l'antidoto per altri 3 giorni. 
Fortunatamente tutti i sintomi sono scomparsi ed ho evitato danni permanenti.
Ma ora passiamo alle conseguenze: lo shock dei miei, la loro perdita di fiducia, l'accollo tempestivo di tutti i miei terapeuti ecc...
Ora mi sorvegliano più spesso. Per evitare un ricovero in un centro ora mi sforzo almeno un po' per l'alimentazione. Ma non smetto di prendere lassativi e diuretici.
Avrò molte più sedute psichiatriche e dovranno modificarmi la terapia farmacologica, ho anche più visite da psicologi diversi.
Beh che dire, quest'esperienza mi ha lasciato molto. Ho capito la gravità della cosa che ho fatto e ho ammesso a me stessa che la mia situazione è più grave di come sembra. Sono molto fragile in questo periodo. Me lo riconosco.
Ora mi tocca combattere di più con il cibo. Sto vivendo giornate frustranti. Mi viene da piangere a guardarmi allo specchio.
L'unica cosa che mi riesce a mandare avanti è quel  ragazzo di cui spesso ho parlato, mio fratello e gli amici (che non sanno che cosa è successo).
Lunedì mattina vedrò il ragazzo, e sinceramente non vedo l'ora. L'ho visto anche appena dopo le dimissioni e mi ha fatto stare veramente bene. Ho un bisogno di affetto immane in questo periodo.
Sono fragile...

venerdì 22 giugno 2012

17 grammi

15 gocce di bromazepam, 1 compressa di venlafaxina da 37mg e 1 da 75mg. Tutto a posto così, devo seguire questa di terapia.
Ma la mia pazzia sta degenerando. Stasera a casa da sola ho avuto una forte crisi e volevo suicidarmi, però non volevo "lasciare tracce"... sono andata a prendere dei vecchi farmaci in casa.
100 gocce di serenase e 8 compresse da 20mg di paroxetina.
No, non mi bastavano.
100 gocce di bromazepam + quasi tutta la boccetta di serenase, non ho contato le gocce, ho solo spremuto con rabbia.
Spero vivamente di intossicarmi o di morire stanotte, non riesco più a vivere, non fa per me, sono un'esistenza buona a nulla. Il dolore è lancinante.
Mi brucia la gola per le urla che ho cacciato e ora comincio a sentire la testa pesante, mi sento rallentata..
non ce la faccio, giuro.
Odio i miei genitori, odio la vita, odio me stessa. Non voglio essere salvata da altri.
Io mi creo e mi distruggo, fanculo le leggi della fisica.
Buonanotte, sperando di non arrivare a domani.

mercoledì 20 giugno 2012

16 grammi

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.


I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.


Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.

martedì 19 giugno 2012

15 grammi

Sciopero della parola.
Non voglio avere più contatto con i miei, non permetterò che i miei suoni possano colpirli. Mi nasconderò per celargli anche le mie espressioni, che possono tradire i miei pensieri.
Ultimamente mi stanno troppo addosso con le loro preoccupazioni, mi fanno notare che mangio poco e che secondo loro sono dimagrita. Tanto ne avrò la conferma giovedì al controllo e sono sicura che si sbagliano.
Vorrei fuggire lontano, la mia mente è un groviglio di pensieri senza ne capo ne coda. Non so nemmeno da dove nascono.
Vorrei ricominciare a sognare la notte, intendo a ricordare i miei sogni, per rifugiarmi in una realtà diversa, dove tutto è imprevedibile e tutto può succedere.
Ultimamente ho dei momenti di forte depressione o ansia, sbalzi d'umore e reazioni di cui nemmeno mi rendo conto. Penso che vedere la psichiatra mi farebbe bene, ma ho l'appuntamento per il 13 di luglio e non oso dire a mia madre che vorrei vederla prima.
Mi sento persa dentro me stessa, governata da impulsi e emozioni incomprensibili a cui mi devo arrendere.
Ne provo vergogna e mi dico sempre che in fondo sto bene.
Rifiuto l'aiuto di mia madre, tanto lei non capisce e non capirà mai. Lei pensa che "non sono così stupida da non voler guarire" e non vorrei deluderla anche su questo. Non ha mai le parole e gli atteggiamenti giusti, non rispetta quello che sento, crede di essere sempre nel giusto. Mi sono stufata.
FATEMI EVADERE, PERFAVORE!

lunedì 18 giugno 2012

14 grammi

Mi dico che devo avere pazienza, ma non so aspettare.
Sono nel pallone più totale.
Mamma protesta la mia guerra contro il cibo, io ormai mi ci sono rassegnata. Non riesco a dare una svolta.
C'è questo mio amico con cui esco, che non so come chiamarlo...so che non è il mio ragazzo ma ho l'impressione che non è un semplice amico. 
Le amiche spesso mi danno buca, me ne sto a casa a chiedermi "che fare?".
Ecco, io vorrei una svolta, ma non una di quelle che apri la porta e il vento gelido ti soffia via, una di quelle che semplicemente trovi una chiave, apri la porta e parti all'esplorazione...
ora il mio sintomo funzione come prevenzione, protezione... a volte mi sembra stupido ma non posso sprecare così tanto lavoro. A volte invece mi sembra di non poter farne a meno.
Giovedì vedrò la psicologa e il nutrizionista, so già cosa dire: "non so che mi accade, ma continuo a restringere, la cosa non mi dispiace, il problema è il caos mentale, non so prendere una decisione che non sia diversa dal mangiare sempre di meno."
Sento che la "malattia" sta cambiando, mi sento sempre più normale, come se non avessi un problema, come se non avessi bisogno di aiuto. Ne sono quasi convinta. Le mie abitudini alimentare non si toccano! Vanno bene così, che c'è di strano a mangiare poco? Solo perchè la gente mangia normalmente e quando ha fame prende un panino non significa che io sia anormale. Sono solo diversa sotto questo punto di vista!
Il mio vero cruccio sono le decisioni, non mi schiero mai da nessuna parte, sto in bilico tra un'opzione e un'altra, ho comportamenti ambigui, nessuno mi riesce a capire...
Nemmeno io ormai mi capisco più.

sabato 16 giugno 2012

13 grammi

"Com'è che faccio a dartela una vita diversa?
Vorrei rubare i sogni a te felici e metterteli dentro la testa
Dicono che se anche ti sbatti da sta vita poi non esci vivo,
Dicono che uno come me è solo autodistruttivo,
Ma faccio un altro giro, e faccio un altro giro all'ultimo respiro!"



Vorrei riuscire a conquistarlo, ma non ci resco. Mio padre e io a tavola soli, mi si stringe lo stomaco.
Aumenta il sintomo, aumenta la tristezza, viaggio mentalmente per evadere.
So che sbaglio, ma continuo, persevero nel mio errore, FINO ALL'ULTIMO RESPIRO.

venerdì 15 giugno 2012

12 grammi

Aveva negli occhi un velo di tristezza, di malinconia, di angoscia che nascondeva troppo bene. Li aveva sempre lucidi, “gli occhi brillanti”, penserete. No, gli occhi pieni di lacrime che lottavano per uscire. Lacrime che erano state tenute a bada per troppo tempo e per troppe cose e che ora volevano solo uscire per liberarsi in un pianto senza fine nel letto, la notte, sul cuscino macchiato e sporcato di tutti i suoi dolori. Certe volte le veniva da piangere anche in mezzo alla gente mentre ascoltava i loro problemi, mentre sorrideva per rimandare il saluto, mentre diceva che era tutto okay, mentre raccontava, mentre parlava, mentre socchiudeva gli occhi per assaporare bene ogni cosa. Ma non piangeva mai.
Aveva negli occhi tutte le cicatrici possibili. Ci aveva messo dentro il cuore ferito, le promesse infrante, i sogni irrealizzabili che in quel cassetto non ci stavano più, le mollette di scorta per stendere un altro velo pietoso e la forza per chiudere un altro occhio. Aveva accartocciato tutte le cose piacevoli dentro quel sorriso falso, mettendo ogni dolore dentro lo sguardo difficile.
Aveva negli occhi tutti i suoi segreti più dolorosi, più scontati, più nascosti.
Nessuno è così stupido da mettere i suoi segreti nello sguardo, no?
Ma lei lo faceva perché nessuno capiva il suo, di sguardo.
E pensava che solo chi un giorno sarebbe riuscito a capire tutte le sue sfumature sarebbe riuscito a capire lei e tutte le sue ferite aperte.
Solo lì sarebbe crollata e avrebbe pianto senza vergognarsi di quelle lacrime potenti.

martedì 12 giugno 2012

11 grammi

Un giorno mi capitò di leggere un poeta inglese e rimasi fortemente colpita da una frase "sii come la fonte che trabocca, e non come la cisterna che racchiude sempre la stessa acqua".
Ho sempre pensato che il poeta fosse in errore: è pericoloso "lasciarsi traboccare", perché si corre il rischio di inondare le aree in cui vivono le persone amate, facendole annegare col nostro more e il nostro entusiasmo. Per tutta la vita, ho cercato di comportarmi come una cisterna, senza mai superare i limiti delle mie pareti interiori. Poi, per qualche ragione incomprensibile, incorsi nell'anoressia. Mi trasformai in tutto quello che avevo cercato di evitare con ogni mia forza: una fonte che, traboccando, inondava tutto intorno a se.
Il mio inondare era silenzioso ma potente e penetrante, riuscivo ad entrare negli altri e fargli suscitare emozioni e comportamenti che mai avevano incontrato prima. Io invece mi ero sempre limitata a farmi inondare, seguendo le correnti di chi ritenevo superiore a me.
Tutta la repressione delle mie acque, per così tanto tempo, a breve fece si che inondai anche me stessa, annegando e annaspando nella mia stessa materia. La sensazione, seppur di forte scombussolamento, mi piacque e decisi di adattarmici per trovare una specie di felicità nuova.
Ora sto ancora naufragando in questa marea, che prima mi soffoca e poi mi fa emergere, in uno stato di angoscia continua che quasi mi rende stufa.
L'unica mia speranza è trovare una barca su cui aggrapparmi, un bagnino che mi tenda la mano.
Non ho il coraggio di nuotare con tutte le mie forze fino a riva.
Aspetto sempre le soluzioni più facili, esterne.
Forse perché in fondo mi piace ancora naufragare?
Questo non lo so, e lascio scorrere il tempo cercando il piacere in un onda che mi soffoca.

sabato 9 giugno 2012

10 grammi

È innanzi tutto il bisogno di accettazione, di riconoscimento e di amore che induce gli esseri umani alla dipendenza e alla sottomissione


Io sono dipendente dagli altri, dal loro amore, dal loro giudizio.
Per nasconderlo utilizzo il cibo, altra forte dipendenza.
Ma si può curare una dipendenza con un altra

venerdì 8 giugno 2012

9 grammi

Sono le 3.15  del mattino e sono appena tornata da una festa.
Alquanto noiosa devo dire. E quando ti assale la noia ti assalgono i pensieri.
"Come apparirò agli altri?" "Oh mamma sono vestita inadeguata" "Sembrerò grassa sicuramente" "Come mi devo comportare?" "Oddio come sono impacciata nel ballare" e così via...
A questa festa c'era anche il mio nuovo amico con cui ero uscita un paio di volte, carino, simpatico, un po' fuori dalle righe come me. Aveva bevuto un po' e si vedeva, e ci siamo messi a parlare. Ad un certo punto mi ha detto "Vado dagli altri o facciamo qualcosa?" io gli ho preso i fianchi per fargli capire che volevo stare un po' con lui, le mie amiche erano impegnate al momento...e...mi ha baciata. Poi abbiamo parlato un po' ancora e l'ha rifatto, poi ancora. Baci corti, sfuggenti, contornati da sguardi fissi e sorrisi.
Per il resto della serata siamo stati separati e poi abbiamo parlato un altro po' insieme. Lui non voleva che me ne andassi, mi ha invitata a dormire a casa sua ma non potevo. Però quando ci siamo salutati mi ha dato due bacetti sulla guancia, insignificanti. Allora mi chiedo: "Prova qualcosa per me?" a me lui intriga molto, è anche dolce, mi manda sempre il buongiorno e la buonanotte, però è spesso sfuggente, dobbiamo spesso rimandare appuntamenti per i suoi impegni. Anche durante la serata è stato piuttosto sfuggente.
Sto leggendo un libro di uno psicologo che dice continuamente di pensare solo all'attimo, all'azione che stiamo facendo, senza riflettere sul passato e sul futuro. Beh, ho assolutamente cozzato con questa filosofia, per tutta la sera mi sono chiesta se quei baci fossero stati solo per divertimento o perchè vuole approfondire il rapporto. Ho anche cercato un po' di attirare la sua attenzione. Mi sono sentita ridicola ma non riuscivo ad evitarlo.
Spero veramente di aver trovato una persona, anche se sia solo un amico, che mi voglia bene e mi accetti, non evitandomi, nonostante il mio disturbo.


Parlando d'altro, i miei domani partono per andare due giorni in una spa. La tentazione di mangiare meno è fortissima, direi quasi irresistibile. Questa settimana ho anche saltato il colloquio settimanale con la psicologa ed il nutrizionista e questo mi ha sollevata. Ma ancora voglio che la prossima volta l'ago della bilancia scenda.
E' così difficile accettare di avere un corpo sano, che possa avere relazioni sane e prendersene tutte le responsabilità. Devo dire che la vita da malata è molto più comoda, nonostante i prezzi da pagare.


Concludo qui, non vi annoio oltre, un bacio a tutte le mie lettrici, che condividono le mie stesse difficoltà.
Sogni d'oro.

giovedì 7 giugno 2012

8 grammi

Nei cartoni animati si vede molto spesso la scena del gatto che scappa dal cane. La sua corsa è disperata, c'è un cane che lo segue, è spaventato.
Il gatto corre, perché ne è capace. Si arrampica sopra un albero, perché ne è capace. Poi, arrivato sul ramo più alto, si è messo in salvo. Resiste, perché ne è capace. La postazione raggiunta è ideale per vedere tutto, controllare tutto e essere finalmente visto da tutti. Il cane, nel frattempo, si è addormentato, battuto. Il gatto, dall'alto, sulle prime si sente leggero, sollevato. Si sente irraggiungibile. La gente intorno continua a vivere, a prendere decisioni. Va al cinema, in bicicletta. Il gatto vede tutto ed è visto da tutti. La gente comincia ad accorrere ai piedi dell'albero. Qualcuno lo guarda, con angoscia o curiosità, altri lo chiamano. Poi ci rinunciano. Il gatto non scende, malgrado i pallidi gesti altrui. E' salito senza accorgersene, i movimenti dettati dall'urgenza, la soluzione più pratica, l'albero era lì. Per nessuna ragione sarebbe pronto a scendere per tornare dov'era prima, perdere i tornaconti che la sua posizione gli offre.
La sua è una scelta precisa. Fidarsi e affidarsi è impossibile. Sono rimaste tra rami e foglie, la paura di sopportare la solitudine, la paura di scendere. Intanto però muore di fame.
Fino a quando l'altro non fa breccia nel muro dell'isolamento.


Questa è la metafora dell'anoressia.

lunedì 4 giugno 2012

7 grammi

Controllo.
Mania.
Ordine.

Sto cominciando a diventare maniaca del controllo, io, disordinata per natura, caotica in ogni sua goccia di sangue. I miei occhi non sopportano più il disordine della mia camera, oggetti fuori posto, progetti dell'ultimo secondo.
La preoccupazione è nata quando ho riordinato tutta la camera, soprattutto i vestiti, per tipologia, e ogni tipologià ha il suo ordine: dal tessuto più pesante al tessuto più leggero. Ho riordinato il mio profilo facebook: amici, foto, informazioni e interessi.
Scrivo i miei sogni per tenere sott'occhio il mio inconscio. Ho appeso in camera una lista di cose che devo fare nelle mie prossime giornate.
Esigo ordine nella mente, nel corpo e nelle mie azioni. Mi sento legata ad un impellente bisogno di avere le cose sott'occhio, facilmente comprensibili e controllabili. Ho bisogno di pianificare.

domenica 3 giugno 2012

6 grammi

Fuma la Marlboro vicino ad un posacenere già troppo pieno.
Ho bisogno di uscire da queste quattro mura tinte di rosa, un colore che mai mi metterei addosso.
Sto pensando di uscire domani mattina ai mercatini nel mio paese, almeno lì non dovrebbe esserci gente che conosco, i miei coetanei sono a scuola e nessuno di loro potrà incontrarmi e vedere il mio corpo.
Potrei andare a scuola guida ad esercitarmi sui quiz per la teoria, sarà ora che fisso la data d'esame e comincio a impegnarmi un po' di più.
Il fatto è che non mi interessa nulla. Non ho stimoli.
Per ora mi sto sentendo con un mio amico che ho conosciuto meglio da poco, con cui sono uscita ieri per un po', il che mi fa piacere e spero di aver trovato qualcuno che mi sia vicino. Ma la mia mente viaggia troppo presto, troppo in lungo e troppo in largo. Dovrei frenare la mia fantasia, i miei desideri.
Rifiuto l'ambiente familiare sempre di più, ma non posso permettermi di ridurre ancora le porzioni di cibo o farò letteralmente esplodere mia madre. O forse potrei ma non ho il coraggio di affrontare la sua reazione, anche se la tentazione è tanta.
Potrei risolvere il problema uscendo di più, camminando molto, in modo da consumare quei luridi e insipidi pasti. A volte vorrei che i miei si prendessero una vacanza per far fuoriuscire tutto il mio delirio. Ho bisogno di sfogarmi in modo distruttivo e stavolta non ho intenzione di farlo tagliandomi.
La noia e il vuoto mi assalgono, ora che riesco a perdere peso così di rado non ho più un obiettivo settimanale che mi faccia sentire viva e motivata. Devo assolutamente cercare di ristabilirlo in qualsiasi modo.
La mia pancia è gonfia, non so perchè. Forse dovrei ridurre le verdure, anche la frutta...
Ok ci siamo, la decisione è presa, non ce la faccio più: ridurrò ancora il cibo.
E a fanculo mia madre.
A fanculo i medici.
A fanculo il mio corpo.
Fanculo.

sabato 2 giugno 2012

5 grammi

Oggi mia madre si è accorta che sto dimezzando tutte le mie solite porzioni di cibo, e mi ha fatto una ramanzina, del tipo "tu devi fare qualcosa perchè noi ti possiamo tenere a casa, sai dove vai a finire con questo metodo, non puoi guarire con il sintomo!"
Cazzo, sono 6kg in più da quando stavo in ospedale, me li vuoi far perdere almeno prima di rimandarmici?
E poi... chi ha mai detto che voglio guarire?
Perchè non mi lasciano in pace, perchè?Non sono così grave come dicono loro, no!La gravità è ben altro, io l'avevo quasi raggiunta, ma mi hanno bloccata con un sondino.


Il pomeriggio sono uscita per la prima volta con un mio amico, lui portava i pasti nel centro in cui ero ricoverata quando ancora non c'ero, però lo conosco perchè abita nel mio stesso paese. E' molto carino e dolce, ma ovviamente, come tutti, non riesce a comprendere il problema. Forse però mi ha detto una cosa giusta: "Per uscirne devi trovare una svolta emotiva, qualcuno di speciale che ti faccia capire che quello che fai è sbagliato". Sono d'accordo sulla svolta emotiva, perchè cambierebbe la prospettiva su di me e sul mondo, ma la paura mi blocca, ancora non mi sento pronta. Non so se vorrà rivedermi, mi ha detto che gli ha fatto piacere passare un po' di tempo con me (e io ricambio), ma ho paura che di nuovo la mia malattia possa stroncare un rapporto. Insomma, chi mi sta davvero vicino ora è solo la mia migliore amica che mi conosce da una vita, per il resto tutti hanno un po' "paura" di me. Forse perchè li ho scacciati quando mi isolavo, forse perchè ho passato molto tempo in clinica e si sono un po' "scordati" di me o per qualsiasi altro motivo. Mio fratello dice che i suoi amici non sanno come comportarsi con me, hanno paura di ferirmi, o hanno paura ad invitarmi a cena fuori o a delle feste dove si mangia. Ok, ho una malattia, ma sono comunque una persona come tutte!
Per esempio oggi mi ha fatto piacere uscire con questo amico, perchè non eravamo mai usciti e significa che ci tiene un po' a me e che non si fa bloccare dalla malattia, almeno per ora.
Mi fa piacere sentire un po' di affetto intorno.


L'immagine che mi proiettavo sempre nei primi tempi di malattia era una minuscola e finissima statuina di vetro che tutti prendevano tra le loro mani, e io ero quella statuina.
Non so se qualcuno ha inteso il concetto che vuole esprimere questa immagine, ma io lo sento mio e lo ricerco disperatamente.
La mia è anche una ferita d'amore.

venerdì 1 giugno 2012

4 grammi

"Mi ciberò di te
lentamente ti divorerò
e quando sarai finita
rimarrò per sempre
nel tuo silenzio."

Si, si sta cibando di me questa assurda malattia, ma io la lascio fare, mi lascio sopraffarre.
La vergogna per il mio corpo è troppa, e con la scusa che sono stata male ora sto mangiando molto meno, e lo farò ancora per molto tempo. "DEVI PERDERE PESO" continua ad intimarmi la vocina nella mia testa. Lo specchio è diventato una sfida, il cibo l'arma
Ho in vista delle feste, dei compleanni, delle uscite... non posso mostrarmi grassa, o la gente penserà che sto bene, che sono guarita. No, io voglio far vedere il mio dolore, io voglio essere così ossuta da aver compassione di me, perchè è l'unico modo in cui riesco a volermi bene.
Mi sento avvolta da un'alone di tristezza e di fallimento da cui non riesco ad evadere. Mi verrebbe da piangere ma sono diventata troppo apatica per farlo. E' un momento duro, fatto di ossessioni, delusioni per i miei genitori e dolore per me. Le mie giornate passano monotone con il sottofondo di un odio profondo per me stessa e per il mio corpo.
Non sorrido più, ho paura di tutto, penso che tutto quello che faccio sia sbagliato e ho il terrore di non riuscire più a perdere peso. Mi assilla questo pensiero.
Sento dentro un vuoto incolmabile.
Io non voglio un corpo che non mi appartiene.

giovedì 31 maggio 2012

3 grammi

Notte insonne di dolori allucinanti. Quelle 6 compresse di dulcolax hanno fatto un ottimo/pessimo effetto.
Stamattina il peso: -1.100 kg.
Sono contenta?NO.
In teoria 1kg l'avrei già dovuto perdere, questo significa che quello che ho perso è stato solo per colpa dei liquidi persi grazie al lassativo. Sto dando di matto, che devo fare per tornare come una volta?
Questi pensieri mi uccidono, mi tartassano.
Non posso continuare a sfondarmi di lassativi.


Mi sistemo la garza sul braccio. Quei tagli ancora non li ha visti nessuno, continuo a portare maniche lunghe nonostante il caldo. Ogni volta penso che mi stanno bene, che me li sono meritata e che me ne meriterei anche altri, più profondi. L'odio verso di me cresce e si espande fino al pensiero di farla finita: sono inutile, sono una buona a nulla, e non riesco nemmeno ad essere come voglio.
Il dolore è lancinante, soffocante...


"M'è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne. E' sorta in me come una malattia, non come una certezza ordinaria, non come un'evidenza. S'è insinuata subdolamente, a poco a poco; mi sono sentita un pò strana, un pò impacciata, ecco tutto. Una volta installata non c'è più mossa, è rimasta cheta, ed io ho potuto persuadermi che non avevo nulla, ch'era un falso allarme. Ma ecco che ora si espande. […]Mi stava di fronte e s'era impadronita della mia vita per rappresentarmi la sua. Non m'accorgevo più che esistevo; non esistevo più in me, ma in lei. [...] Io non ero che un mezzo per farla vivere, lei era la mia ragion d'essere, mi aveva liberato da me stessa. Cos'avrei fatto ora?"

mercoledì 30 maggio 2012

2 grammi

"Ti sei mai sentito come se nulla di quello che fai potrà mai essere abbastanza?
Hai mai sentito il bisogno di piangere senza però riuscire a buttare fuori le lacrime perchè bloccate in gola, tra le parole che ancora non sei riuscito a dire?
Hai mai osservato i tuoi stessi occhi, attentamente, accorgendoti di non scorgere nulla se nonstanchezza, dolore..vuoto?"


Io mi sento così ogni volta che scorgo uno specchio.
Non riesco più a sopportare questo corpo, maledico ogni giorno quella sacca dell'ospedale da cui scendeva un orrenda e puzzolente pappetta proteica nel sondino che andava dal mio naso al mio stomaco.
Fortunatamente, sono ancora sottopeso, ma non abbastanza. In realtà non è stato mai abbastanza, ma almeno era accettabile, e ora non riesco più a capire e ad accettare il fatto che non riesco a scendere di peso. Beh, devo dire che eccedevo con le verdure, mangiavo piattoni enormi di passati di verdure e da un esame che ho fatto sulla composizione corporea, risulta che ho circa 4 chili di acqua extracellulare (ritenzione idrica) in corpo.
Ma obiettivamente, si vede che sono ingrassata, DANNAZIONE.

Ansia. Trepida per tutto il mio corpo. Mi ricorda continuamente che domani mattina ho il controllo dalla psicologa e dal nutrizionista del centro in cui sono seguita. Questo vuol dire che all'80% mi peseranno. E io voglio vedere l'ago scendere vertiginosamente, schiacciato dal potere che questa malattia ha sempre esercitato su di me. Purtroppo mi hanno buttato tutte le bilance in casa, quindi posso pesarmi solo lì.
In teoria, ora, dovrei seguire una dieta che mi hanno prescritto, ma ovviamente non la seguo e tolgo tutti i carboidrati e i grassi/condimenti.
Questa alimentazione, tempo fa, mi faceva perdere mezzo chilo a settimana, e direi che mi andava bene. Quindi, avendola cominciata 2 settimane fa e avendo eliminato tutti i passati di verdure e i tentativi di vomitare (che mi facevano solo gonfiare), dovrei  aver perso 1kg.
Ripeto: dovrei. Settimana scorsa non mi hanno pesato quindi non ho idea.
Questo mi ha mandata in piena crisi, sono costantemente nel pallone, così, oggi che sono potuta uscire, sono corsa in farmacia a prendere il dulcolax.
Ne ho prese 4 compresse prima di cena, ma dopo mi è venuta una specie di fame nervosa, e ho mangiato una pera.
Ne ho ingoiate altre 2 compresse.
MI SENTO GONFIA COME UNA MONGOLFIERA.
Spero faccia effetto il prima possibile, io domani mattina devo essere un'acciuga.

Sono in preda al delirio più totale. Non posso più pensare a domani mattina.

martedì 29 maggio 2012

1 grammo

Mi presento.
Sono "Julie", una ragazza con tanto caos dentro da sentirsi esplodere dal momento in cui apre gli occhi a quello che li chiude. La mia vita è fatta delle mie percezioni e di un contorno di avvenimenti del destino. In questa vita io, a 16 anni ci ho inciampato e ancora non mi sono rialzata.
Ho deciso di aprire questo blog per vari motivi: sfogarmi, cercare di vomitare quello che ho dentro per farne il punto della situazione e condividere le mie esperienze e sensazione con persone che magari stanno attraversando un periodo buio nella loro adolescenza come me.
Il titolo del blog è appunto "teen struggle" che vuol dire "lotta adolescente", una lotta continua con se stessi e con il mondo esterno per capire se stessi e trovare una strada da percorrere in questa esistenza.
Ogni adolescente ha i suoi mostri da combattere e spero che nei prossimi post che scriverò qualcuno si possa identificare nelle mie parole, chiedere aiuto, trovare conforto e confronto.
Bene, i miei mostri si chiamano Anoressia e Depressione. Nonostante ciò cerco di condurre una vita come la maggior parte dei miei coetanei, anche se sono stata ricoverata in un centro di riabilitazione e dopo il fallimento di  questa sono finita in un ospedale.
Vivere con questi mostri è guardare la realtà con una prospettiva diversa dal normale, se esiste un normale.
Questa volta voglio mettere a nudo le mie sensazioni e tramutarle in parole, perché il disagio che vivo non è il cibo o la tristezza, è altro, è tutto ciò che nella mia vita non ha funzionato, tutto ciò che non ha combaciato con la mia vera natura -che devo ancora scoprire-, tutto ciò che comporta la fase di passaggio: l'adolescenza.


A presto,
Julie.