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venerdì 15 giugno 2012

12 grammi

Aveva negli occhi un velo di tristezza, di malinconia, di angoscia che nascondeva troppo bene. Li aveva sempre lucidi, “gli occhi brillanti”, penserete. No, gli occhi pieni di lacrime che lottavano per uscire. Lacrime che erano state tenute a bada per troppo tempo e per troppe cose e che ora volevano solo uscire per liberarsi in un pianto senza fine nel letto, la notte, sul cuscino macchiato e sporcato di tutti i suoi dolori. Certe volte le veniva da piangere anche in mezzo alla gente mentre ascoltava i loro problemi, mentre sorrideva per rimandare il saluto, mentre diceva che era tutto okay, mentre raccontava, mentre parlava, mentre socchiudeva gli occhi per assaporare bene ogni cosa. Ma non piangeva mai.
Aveva negli occhi tutte le cicatrici possibili. Ci aveva messo dentro il cuore ferito, le promesse infrante, i sogni irrealizzabili che in quel cassetto non ci stavano più, le mollette di scorta per stendere un altro velo pietoso e la forza per chiudere un altro occhio. Aveva accartocciato tutte le cose piacevoli dentro quel sorriso falso, mettendo ogni dolore dentro lo sguardo difficile.
Aveva negli occhi tutti i suoi segreti più dolorosi, più scontati, più nascosti.
Nessuno è così stupido da mettere i suoi segreti nello sguardo, no?
Ma lei lo faceva perché nessuno capiva il suo, di sguardo.
E pensava che solo chi un giorno sarebbe riuscito a capire tutte le sue sfumature sarebbe riuscito a capire lei e tutte le sue ferite aperte.
Solo lì sarebbe crollata e avrebbe pianto senza vergognarsi di quelle lacrime potenti.

sabato 9 giugno 2012

10 grammi

È innanzi tutto il bisogno di accettazione, di riconoscimento e di amore che induce gli esseri umani alla dipendenza e alla sottomissione


Io sono dipendente dagli altri, dal loro amore, dal loro giudizio.
Per nasconderlo utilizzo il cibo, altra forte dipendenza.
Ma si può curare una dipendenza con un altra